Voglio andare a vivere in campagna

Anno: 1995

Etichetta: Associazione musicale Studio 34

Numero di catalogo MC 1995: S.T.01
Numero di catalogo MC 1996: S.T.01 BIS
Numero di catalogo CD: S.T.CD 014

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Studio MC

Arrangiamenti, tastiere e programmazione computer: Mister Max

Cori: Giusy Vindigni, Manuela Belgiorno

Prima edizione uscita nel 1995 in formato musicassetta e non più disponibile dal 1996.
Ristampato nel 1996 in formato musicassetta (escluso il brano "Con il nastro rosa", e con l'aggiunta del brano "Boombastic") e nel 2002 in formato CD (con entrambi i brani presenti). Non più disponibile in musicassetta dal 2007. Non più disponibile in CD dal 2013.
Disponibile in digitale a partire dal 2013 (con la stessa tracklist dell'edizione CD).

Tracklist MC 1995:

  1. Voglio andare a vivere in campagna
  2. Be my lover
  3. T'appartengo
  4. Con il nastro rosa
  5. Finalmente tu
  6. L'ascensore
  7. Estate italiana
  8. Bella stronza

Tracklist MC 1996:

  1. Boombastic
  2. Voglio andare a vivere in campagna
  3. Be my lover
  4. T'appartengo
  5. Finalmente tu
  6. L'ascensore
  7. Estate italiana
  8. Bella stronza

Tracklist CD/digitale:

  1. Boombastic
  2. Voglio andare a vivere in campagna
  3. Be my lover
  4. T'appartengo
  5. Con il nastro rosa
  6. Finalmente tu
  7. L'ascensore
  8. Estate italiana
  9. Bella stronza

Recensione

Stavolta mi trovo a recensire quello che secondo me è uno dei più begli album mai realizzati da Mister Max. Mi auguro di essere all'altezza della situazione, perchè lo definirei uno dei migliori album di musica demenziale che io abbia mai ascoltato.

Antefatto: siamo nel 1995. Mister Max ha appena cambiato casa discografica, passando dalla C.O.M.A. a Studio 34. Ciò ha comportato l'uscita dal commercio dei primi cinque album, non ristampati dalla nuova etichetta. Max si trova in pratica senza quasi più un repertorio musicale, di ciò che ha fatto in passato resta ben poco in circolazione, non può più contare sul sostegno professionale degli ex-collaboratori Peppe Mavilla e Marcello Prati, e deve quindi ridarsi una credibilità artistica sfornando un album che possa competere con i precedenti. E, con "Voglio andare a vivere in campagna", centra in pieno l'obiettivo.

Non solo si tratta di un album che regge senza problemi il confronto con i predecessori, ma risulta addirittura superiore a qualsiasi cosa pubblicata sotto la vecchia etichetta, surclassando perfino il capolavoro "Sei un mito" (di gran lunga il miglior album del periodo C.O.M.A., e tuttora uno dei più belli in assoluto). La crescita qualitativa è spaventosa: Mister Max in questo album si ritrova a fare quasi tutto da solo, in uno studio praticamente tutto suo, e riesce a confezionare un prodotto infinitamente più professionale di quelli che otteneva quando lavorava in uno studio con musicisti e tecnici specializzati. Gli strumentali riproducono le canzoni originali in maniera accurata come mai prima d'ora, dando all'album un'atmosfera, un gusto e una raffinatezza musicale mai sentiti prima in un album del cantante modicano. Anche dal punto di vista canoro, si nota un'evoluzione esponenziale: Mister Max risulta nettamente più intonato rispetto agli album precedenti (che, alla luce di un ascolto più attento, peccavano spesso di "approssimazione" nel comparto canoro), mostrando una padronanza e una cura delle linee vocali che in passato non ci si sarebbe mai aspettati, e che diventerà lo standard per tutta la sua produzione successiva.

Si nota che, rispetto al precedente "Estate '94", dal gusto decisamente più "danzereccio", questo "Voglio andare a vivere in campagna" (come già suggeriscono il titolo e la copertina) si concentra prevalentemente su canzoni italiane dell'epoca, quasi a voler proporre un'antitesi quasi totale dello stile dell'album precedente. Le sonorità prese di mira stavolta sono generalmente "morbide", calme, rilassanti, pienamente nello stile della musica leggera italiana. Date un'occhiata alla copertina e avrete già un'idea di come suona quest'album, senza nemmeno bisogno di conoscere i brani parodiati.

Per quanto riguarda il lato testuale, sono ancora presenti molti testi "tradizionali" in dialetto siciliano stretto, ma i brani scritti interamente in italiano iniziano pian piano a guadagnare spazio e ad avere un proprio peso all'interno della struttura dell'album. Inoltre, come probabile risultato della sua crescita dal punto di vista canoro, Mister Max adotta per la prima volta uno stile vocale molto più "solare" e "spiritoso", ben diverso da quello degli inizi, che risultava spesso più "rude" e "viddanu". Si tratta di uno stile forse ancora un po' troppo "nasale" (difetto che il cantante riuscirà man mano a smussare nel corso del decennio successivo, soprattutto a partire dal 1999), ma riesce comunque a dare una vena molto più spassosa alle nuove canzoni, fungendo da perfetto "supporto" ai testi già di per sè divertenti.

Purtroppo si tratta anche di un album dalla storia un po' travagliata, che ha attraversato diverse ristampe e alterazioni della tracklist, ma a questo ci arriveremo: per il momento, limitiamoci a recensire l'edizione originale, quella del 1995.

Partiamo dal primo brano, parodia della nota "Voglio andare a vivere in campagna" di Toto Cutugno, trasformata nell'esilarante "C'era 'na picciotta ri campagna", che parla appunto della storia di una ragazza di campagna che Mister Max porta in paese facendo innamorare tutti, per poi pentirsene quando scopre un segreto sconcertante riguardo a quella picciotta, ma... preferisco non rovinare la sorpresa.
La base di "Voglio andare a vivere in campagna" è qui riproposta egregiamente, come al solito dando un tocco di originalità rispetto all'originale, con pregevoli parti di chitarra e tromba. Inoltre, Mister Max risulta anche più intonato di Cutugno (non che poi ci voglia tanto, ma la differenza è comunque notevole). Brano che merita e che fa molto divertire.

Passiamo così all'unico pezzo dance dell'album: la parodia di "Be my lover" dei La Bouche, che diventa "Tu mi rumpi l'ova". Per scrivere il testo della canzone, altamente divertente ed esilarante, si specula sulla cantilena presente nella canzone originale (dadadadidadadada), che qui diventa un tormentone che viene continuamente canticchiato dalla ragazza di Mister Max conducendolo all'esasperazione (da morire dal ridere la parte "A-E-I-O-U nun cia' fazzu ciù" eccetera eccetera). Anche qui la base dance riesce molto bene, rendendola così una canzone con cui poter ridere e ballare allo stesso tempo a ritmo di eurodance dei bei vecchi tempi andati (quando, a mio personalissimo parere, la musica da discoteca non era ancora a livelli da denuncia penale).

Con la terza canzone torniamo in ambito di musica leggera italiana. Si tratta della parodia della conosciutissima "T'appartengo" di Ambra Angiolini: una canzone non eccelsa, a mio avviso, ma da cui Mister Max è riuscito a tirare fuori una parodia spettacolare (tra le migliori in assoluto della sua carriera), dall'esplicativo titolo "Mi trattienniu". Un testo spettacolare, dissacrante e... non raccomandato ai deboli di stomaco! Racconta di una disavventura di Max, che partecipa ad una gita a Taormina, ma si ritrova nel bel mezzo di essa a dover fare i conti con una cacarella inaspettata! Addirittura tenta di fare i suoi bisogni in un cespuglio, non accorgendosi di trovarsi in un cimitero - ah, il rispetto per i morti! La base della parodia si discosta abbastanza da quella dell'originale di Ambra, presentando anche alcuni innesti elettronici che la abbelliscono.
Nello stesso periodo anche i bolognesi Gem Boy (all'epoca privi di un contratto discografico) avevano provato a fare la parodia di "T'appartengo" con tematiche simili (la parodia si intitolava proprio "Scoreggi"), ma per quanto bella potesse essere, non era comunque all'altezza di quella di Mister Max.

E ora attenzione, perchè stiamo per parlare non solo di una delle migliori canzoni dell'album, ma anche di quella con la storia più travagliata e ingiusta: la parodia della stupenda "Con il nastro rosa" di Lucio Battisti. Mi sembra ovvio che porre un confronto tra Mister Max (cantante unicamente vincolato a testi "umoristici") e Battisti (cantautore di tutt'altro stile) sia inutile, ma sembra che anche questa parodia abbia le sue cose da dire. Si tratta sicuramente di un testo che, rispetto all'originale, tratta tematiche di stampo più "terreno" e "materialista" (i politici che spremono il popolo come un limone senza cavarne nulla a livello di utilità sociale, uno dei peggiori problemi di in un paese malfunzionante come l'Italia), ma tali tematiche vengono trattate con la solita vena umoristica di Max, e raccontate per mezzo di un simpatico paradosso: un maiale che scappa dal padrone che lo vuole macellare ("mi vuonu a sausizza ppi Natali"), chiedendosi perchè questo debba accadere proprio a lui e non a "quegli altri maiali in Parlamento" (ca sunu cosa ri scannari, a detta del cantante modicano).
Devo inoltre dare un grosso elogio anche alla base musicale, che riproduce quasi alla perfezione l'atmosfera della canzone originale. L'assolo è ottimamente replicato, così come il basso e gli altri strumenti.

E allora, perchè prima ho detto che questo pezzo ha una storia "immeritatamente travagliata"?
Perchè con la riedizione del 1996, questa stupenda canzone è stata rimossa per far posto, nel lato A della cassetta, alla più recente parodia di "Boombastic" di Shaggy, che evidentemente all'epoca stava riscuotendo un successo ben maggiore; probabilmente Mister Max avrà voluto inserirla per incentivare all'acquisto i fan che cercavano "l'ultimo successo" dopo averlo già ascoltato sulle emittenti locali (Radio/Video Mediterraneo)... ma avendolo incluso nella compilation "Il meglio di Mister Max" (uscita nello stesso periodo), valeva davvero la pena di fare tutto 'sto casino?
Risultato: "Con il nastro rosa" è rimasta fuori catalogo per diversi anni, senza un motivo apparente. Nel 2000, sull'album "La banana", Mister Max ne realizzò un remix molto piacevole e orecchiabile, ma neanche lontanamente paragonabile alla bellezza della versione originale; fortunatamente, nel 2002 è uscita l'edizione in CD di "Voglio andare a vivere in campagna", con il brano originale nuovamente reincluso nella tracklist, in "pacifica convivenza" con "Boombastic". Sia lodata la capienza dei CD audio!

E se "Con il nastro rosa" è un ottimo brano, che dire allora del successivo? La parodia di "Finalmente tu", canzone scritta dagli 883 e cantata da Fiorello, è uno dei brani di questo album con un testo scritto interamente in italiano, e a mio parere è anche il più divertente. Per essere precisi, la considero una delle canzoni più divertenti mai scritte da Mister Max in tutta la sua carriera, probabilmente nella mia top 10 personale se mai ne dovessi redigere una. Si parla dello squallore degli spot pubblicitari telesivi, con un testo pseudo-drammatico che esprime questo "tormento immondo", a cui si alternano piccole parti parlate che imitano in modo grottesco e demenziale gli spot pubblicitari. Quando ho sentito per la prima volta questa canzone, non ero più in me dalle risate. Notevole anche, dal punto di vista musicale, la cura con cui è riprodotta la base originale. Insomma, consigliatissima.

Dopo questa divertentissima canzone in italiano, torniamo ai testi in siciliano con la parodia de "L'ascensore", altra canzone di Ambra Angiolini molto popolare in quel periodo. Qui, Mister Max rimane chiuso nell'ascensore, finchè non viene aiutato da una vicina... di facili costumi. Non la più divertente dell'album, ma ugualmente bellissima ed esilarante (presentandoci alla fine anche un simpatico doppiosenso). Ottima la chitarra.

Arriviamo così al pezzo più strano dell'album, e probabilmente di tutto il repertorio di Mister Max: "Estate italiana". Dal titolo può sembrare la parodia della canzone di Edoardo Bennato e Gianna Nannini scritta per i mondiali di calcio del 1990, invece no, non lo è. E' una canzone scritta interamente da Mister Max (insieme a dei non meglio identificati "A. Bella" e "A. Zitelli") ed è una specie di sequel di "Un'altra estate" (canzone tratta da "Estate '94"), di cui viene ripreso il ritornello e anche alcune parti di testo. Solo che stavolta il testo (anch'esso interamente in italiano) risulta pesantemente stravolto e presenta alcuni elementi umoristici, anche se a mio avviso non eccezionali, e dà l'impressione di essere più che altro una parodia dell'originale. Mister Max che parodizza sè stesso? A quanto pare sì!
Viene anche riutilizzata una frase originale di "Un'altra estate" (nell'orbita del mio cuore, adesso ci sei tu; noi siamo due gabbiani che volano nel blu), a mio avviso una delle più mediocri. La base ha un gusto molto meno dance e, in linea con lo spirito dell'album, si rifà maggiormente alla musica leggera italiana, ottenendo un risultato abbastanza allegro e solare. In sostanza un episodio estremamente ambiguo e difficile da giudicare, nè eccezionale nè offensivo, tutto sommato trascurabile rispetto alla complessiva bellezza dell'album.

Concludiamo in bellezza con una canzone spassosissima, anch'essa con un testo scritto interamente in italiano: la parodia di "Bella stronza" di Marco Masini, "Brutta stronza". Su di essa, nel 2007, verrà pubblicato su YouTube un video "fan-made" (oggi non più disponibile), pieno di immagini di donne orrende, che ha avuto una certa fortuna sul web ma ha ricevuto anche numerosi commenti negativi dovuti alla bruttezza delle ragazze del video (oltre alla presenza di una ragazza down su cui molti si sono soffermati a moralizzare). Bellissima canzone comunque, in assoluto tra le più "grottesche" (in senso buono) del repertorio di Mister Max, e nettamente superiore all'originale di Masini.

Bene, che possiamo dire a proposito di questo album? Non ho parole, semplicemente STUPENDO. Testi divertentissimi e strumentali praticamente perfetti. Forse non il migliore di tutti ("Ma quanti peli hai?" rimane il mio preferito in assoluto), ma nella mia graduatoria il secondo posto se lo aggiudica senza se e senza ma. Consiglio caldamente, a chi si è fossilizzato sui lavori di Mister Max più recenti, di riscoprire questo album molto più vecchio. Purtroppo, le diverse ristampe (con l'aggiunta di "Boombastic" e i rimaneggiamenti della tracklist) ne hanno un po' snaturato l'essenza, ma oggi tutti i pezzi sono nuovamente reperibili e ascoltabili nel giusto ordine, senza più tasselli mancanti e con la possibilità di saltare "Boombastic" se lo desiderate, per immergervi appieno nella singolare atmosfera di questo disco a metà tra "pura follia trash/demenziale sicula" e "puro gusto pop italiano vintage" - due ingredienti che, messi insieme, danno vita ad un'interessante ed esplosiva miscela. Mi raccomando, non fatevi assolutamente mancare questo capolavoro: si tratta di pura musica demenziale "made in Sicily" nel classico fascino anni '90, ma portato all'eccellenza assoluta!

Voto: 10