Trikke e ballakke

Anno: 2006

Etichetta: Studio 34 Recording

Numero di catalogo MC: ?
Numero di catalogo CD: S.T. CD-021

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Giovanni Cavallo

Arrangiamenti, tastiere e programmazione computer: Mister Max

Cori: Cinzia Vico, Manuela Belgiorno, Mister Max, con la partecipazione dei piccoli Sofia e Matteo Giuca.

Uscito nel 2006 in musicassetta e CD. Non più disponibile in musicassetta dal 2007. Non più disponibile in CD dal 2013.
Disponibile in digitale a partire dal 2013.

Tracklist:

  1. Trikke e ballakke
  2. Caravan petrol
  3. The lion sleeps tonight
  4. Lulù Nanà Carmè
  5. Vorrei avere il becco
  6. Notte di mezza estate
  7. Biancaneve
  8. La camisa negra

Recensione

Per Mister Max, la metà degli anni 2000 è stato un periodo vincente: nell'estate 2005 ha pubblicato un album, "Super", che lo ha reso ancora più popolare, seguito a Natale dello stesso anno da un best of con le contropalle come "Tutto Mister Max".
Dopo queste ottime pubblicazioni, nel corso della seconda metà degli anni 2000 assisteremo ad una leggera e progressiva "regressione" rispetto agli album precedenti, che culminerà nel 2008 con il peggior album mai pubblicato dal cantante modicano, "La canzone di Silvietto".
Tuttavia, "Trikke e ballakke", uscito nell'estate 2006, non è affatto un brutto album, anzi presenta alcuni brani davvero interessanti; è solo un album dotato leggermente di meno "mordente" ed "originalità" rispetto agli ottimi precedenti: insomma, il fatto è solo che la maggior parte degli album precedenti (a parte qualche eccezione, tipo "Chissà xchè" e "Fuori di testa") aveva voti oscillanti tra il 9 e il 10: "Trikke e ballakke" è invece un album da 8. Tutto qui, è solo un leggerissimo passo indietro, niente di più.
In questo album, vediamo Mister Max continuare a seguire la strada spianata coi precedenti lavori, proponendo testi in cui è l'italiano a dominare e il dialetto ha ormai uno spazio limitato. Le canzoni tuttavia sono molto ben fatte e si vede anche un notevole interesse da parte di Mister Max per il sociale e per il mondo che lo circonda, come dimostrano le prime due tracce, che mi hanno colpito davvero tanto. Inoltre, in questo disco Mister Max riesce ad esibire maggiormente le sue doti vocali rispetto al passato, con una performance leggermente più "melodica" e "versatile" del solito. Insomma, un album a tratti quasi "sperimentale" per gli standard del cantante modicano.

Il primo brano, "Trikke e ballakke" è stato scritto interamente da Mister Max. E' una canzone a spiccato carattere satirico che tratta dello schifo che c'è in televisione e nell'ambiente politico. Il culmine dell'aspetto "satirico" risiede nell'interessante strofa finale: "e per finire 'sta tarantella resta l'unica cosa bella: un bel culo ca t'abballa ri ravanti; i capelli sono biondi e le cosce interessanti, ma ci trovi la sorpresa e ti spaventi". Qui probabilmente Max intende metaforizzare l'apparenza fittizia e ingannevole dei due mondi qui discussi (televisione e politica, appunto). Dunque, una canzone goliardica, ma intrisa di un messaggio molto maturo e che dimostra che Mister Max non sa solo scrivere testi che raccontano disavventure e tematiche demenziali fini a se stesse, ma in alcuni casi sa perfino stimolare una risata "amara", nella miglior tradizione della satira (e questo sotto alcuni aspetti si poteva vagamente ravvisare già in "Sex bomb", seppur con un'interpretazione ancora un po' troppo forzata). Da segnalare che in questo brano cantano anche i figli di Mister Max, Sofia e Matteo.
La seconda traccia è la parodia di "Caravan petrol" di Carosone, in cui Mister Max tratta di un altro tema d'attualità: l'inesorabile aumento dei prezzi. Max rivanga i vecchi tempi in cui i nostri nonni lavoravano nei campi tutto il giorno, faticando sì, ma tuttavia spendendo di meno; non è un'opinione che condivido del tutto, ma è senz'altro trattata in modo divertente e non banale. Una volta lessi una recensione dell'album di cui mi colpì molto la disamina di questa canzone: "La canzone che mi ha colpito di più è Caravan Petrol, il cui titolo evoca il pezzo di successo dell'indimenticabile Renato Carosone. Ma se nella canzone originale il celebre cantante napoletano trattava il tema del petrolio, qui Mister Max tratta invece il tema del carovita, specie quando si va a fare spesa al supermercato, anche se in fondo i due argomenti potrebbero essere correlati perché le continue oscillazioni del prezzo del greggio portano i carburanti a prezzi alti e quindi anche questo centra col carovita. Dunque una canzone divertente da ascoltare, almeno secondo me, talvolta le parodie possono riuscire bene quanto le originali.". Recensione molto arguta e accurata, complimenti a chi l'ha scritta.
Dopo queste due canzoni molto orientate su questioni sociali, si ritorna al tipico stile goliardico con cui Mister Max ci ha sempre abituati: la parodia di "The lion sleeps tonight" dei Beach Boys parla di un tema molto amato dagli uomini... 'a minna, cioè la tetta. Brano a mio avviso molto simpatico.
Poi, viene il turno della parodia di "Lulù Nanà Carmè" di Alberto Selly, il solito neomelodico di turno. A mio parere un brano abbastanza sopravvalutato dagli altri fans: tralasciando la mia ormai ben nota poca simpatia nei confronti delle canzoni napoletane, penso che Mister Max avrebbe potuto fare un lavoro migliore con questo brano, storpiando il testo in un modo un po' più divertente; invece si è limitato a seguire la struttura del testo dell'originale aggiungendo solo qualche battutina in più. Peccato, perchè tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000 era riuscito a fare parodie a canzoni napoletane/neomelodiche che, nonostante non apprezzassi il genere musicale in questione, mi avevano divertito molto.
Dopo il momento più debole del disco, arriva invece un altro dei momenti migliori (insieme ai primi due brani): è la parodia di "Vorrei avere il becco" di Povia. Qui, anche Max parla di cosa farebbe se fosse un piccione, ma lo fa di gran lunga meglio rispetto a Povia, creando così una canzone molto allegra e divertente. Anche qui, in alcuni momenti, si sente una forte aderenza al testo della canzone originale, ma qui si riesce allo stesso tempo ad integrarlo con delle battute da morire dal ridere, che quindi non fungono solo da "ornamento superficiale".
Si continua con una canzone semplice ma divertente, la parodia di "Notte di mezza estate" di Alex Britti, che diventa "Notte a mienzu a' strata" ed altro non è che la solita disavventura "alla Mister Max": il simpatico cantante si trova a passare l'intera notte a guidare una vespa lentissima. Purtroppo, anche qui si dimostra poca fantasia, dato che il ritornello è ripetuto in modo esattamente uguale a quello della canzone originale (anzi, sotto la voce di Mister Max, si può sentire addirittura... l'originale traccia vocale di Alex Britti!!!). Tuttavia, per il resto, è un brano molto simpatico che io personalmente apprezzo.
Poi, Mister Max ci ripropone una perla risalente a dieci anni prima, realizzando una ri-registrazione del capolavoro "Biancaneve". Questa seconda versione, però, pur conservando il suo testo divertentissimo e demenziale, è musicalmente un po' più "piatta" rispetto all'originale, che invece presentava un ottimo connubio tra atmosfera "tetra" e "fiabesca" (grazie ai bislacchi effetti sonori e al leggero riverbero della traccia vocale) e battute demenziali. Qui, invece, questa particolare atmosfera (che era uno dei maggiori punti di forza del brano) viene del tutto annientata.
E alla fine, ecco emergere un piccolo "cancro" a cui ci dovremo abituare anche nei prossimi dischi, e che avevamo già visto qualche volta in passato: la riproposizione di brani già pubblicati di recente, e senza neppure prendersi la briga di ri-registrarli nuovamente. Alla fine dell'album, infatti, viene riproposta la prima traccia inedita della compilation "Tutto Mister Max", uscita solo pochi mesi prima: la parodia de "La camisa negra". Che senso ha riproporre un brano non solo già pubblicato in tempi recentissimi, ma senza neppure ri-registrarlo, quindi perfettamente uguale? La precedente canzone, "Biancaneve", è anch'essa un brano già ascoltato in passato, ma in un passato molto più lontano (il 1996), e poi in questo caso almeno è stata anche ri-registrata in una seconda versione un po' diversa dalla prima, quindi almeno si può trovare una qualunque "componente novità" che crei un minimo di appeal, a differenza dell'ultima traccia.

Che dire? Si tratta senza dubbio di un buon album, che affianca canzoni dotate di ottime idee ("Trikke e ballakke", "Caravan petrol", "Vorrei avere il becco") a qualche traccia riempitiva ("Lulù Nanà Carmè" in primis). In ogni caso, un 8 ancora se lo merita. Ma questo, purtroppo, è solo l'inizio della progressiva regressione che si verificherà nei due anni successivi...

Voto: 8