Tocca-tocca

Anno: 2011

Etichetta: Studio 34 Recording

Numero di catalogo CD: S.T. CD-027

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Giovanni Cavallo

Arrangiamenti: Mister Max

Uscito nel 2011 in CD (e nell'edizione speciale per le edicole). Non più disponibile in CD dal 2013.
Disponibile in digitale a partire dal 2013 (escluso il brano "Mister Mix").

Tracklist:

  1. ON THE FLOOR
    (Non lo so)
  2. A FAR L'AMORE COMINCIA TU
    (Ormai ci vuole la pillola blu)
  3. DANZA KUDURO
    (Danza col culo)
  4. SARA' PERCHE' TI AMO
    (Chissà perchè compriamo)
  5. LOCA LOCA
    (Tocca-tocca)
  6. WE NO SPEACK AMERICANO
    (Siemu cini ri munnizza)
  7. VIP IN TRIP
    (Facebook)
  8. MISTER MIX

Recensione

Nel 2011, Mister Max sembra essersi completamente lasciato alle spalle il periodo non esattamente prolifico della seconda metà degli anni 2000, da cui si era già comunque ripreso nei due precedenti anni con lo spettacolare album "Il + fico sono io!" e con il buono "E...state freschi".

"Tocca-tocca" è uno degli album più genuini, divertenti e simpatici mai realizzati dal nostro cantante modicano nella fase più recente della sua carriera. Potrei addirittura dire che è un disco migliore de "Il + fico sono io!", ma forse questa affermazione sarebbe un po' eccessiva, quindi mi limito a dire che sono più o meno due album alla pari.

Ebbene sì, il 2011 è stato un anno particolarmente prolifico per Mister Max, nonostante la partecipazione ad "Italia's Got Talent" nel mese di aprile con esito negativo. Infatti "Tocca-tocca", uscito a inizio luglio, riesce a riequilibrare il "tonfo televisivo" con un sonoro colpo di coda, attirando l'attenzione di molti organizzatori di eventi che prima non avevano minimamente considerato il cantante di Modica. Anche questo album, dunque, come il conosciutissimo "Tanto x cantar" (uscito esattamente dieci anni prima), apre moltissime porte a Mister Max.

Non a caso, infatti, nell'agosto 2011 esce addirittura una versione per le edicole dell'album, prodotta dalla "Città del Sole Edizioni s.a.s." e disponibile per qualche tempo nelle edicole di Sicilia e Calabria (tranne, ironia della sorte, in provincia di Messina, una delle zone in cui Max è maggiormente conosciuto e apprezzato).

E ora, finalmente, parliamo di cosa contiene nello specifico questa ennesima fatica di Max.

Il primo brano è la parodia di "On the floor", gettonato remix di Jennifer Lopez e Pitbull, che diventa "Non lo so" ed assume delle tematiche molto impegnate: qui infatti Mister Max parla (non senza una certa dose di amara ironia) del divario sempre più marcato tra quelle persone che hanno troppi soldi (Berlusconi o la regina d'Inghilterra) e quelle che ne hanno troppi pochi (da incorniciare la frase "io soddi na' sacchetta non ne ho"). La forza di questa canzone è proprio quella di riuscire a trasformare in energia creativa il risentimento verso le "alte classi", creando un testo ispirato, ironico e tagliente; sicuramente il mio brano preferito del disco.
Si continua con una canzone molto simpatica, parodia di "A far l'amore comincia tu", terribile tormentone di Raffaella Carrà: qui lo vediamo trasformarsi in "Ormai ci vuole la pillola blu", pezzo che parla del processo di crescita e invecchiamento dell'uomo medio, dalla spensierata giovinezza a base di "una botta e via", fino alla vecchiaia inoltrata in cui ormai bisogna ricorrere a metodi... artificiali.
Altra hit di questo divertentissimo album è "Danza kuduro", tormentone di Don Omar che nell'estate 2011 ci fracassava i coglion... ehm, le orecchie; nella versione di Mister Max, diventa "Danza col culo". Sicuramente migliore dell'originale, presenta un testo spiritosissimo ed ilare. L'unica pecca è la parte in cui dice "...anche se c'hai una gran panza, se ti fa male un callo e sembri un uomo in gravidanza", frase semi-riciclata dal ben noto brano "La panza" risalente al 2002, ma... sono pur sempre dettagli e non influiscono troppo sulla valutazione della canzone, che reputo comunque divertente.
Ora, una parodia ad un brano più "vecchio": "Sarà perchè ti amo" dei Ricchi e Poveri si trasforma in "Chissà perchè compriamo" e viene dotata di un testo che tratta di quella gente che va al centro commerciale con la scusa di passeggiare e che alla fine si diverte a sperperare soldi in ogni tipo di prodotto futile. La canzone viene riarrangiata con una base remix in stile house che non mi convince del tutto, ma nonostante ciò rimane un brano degno di nota, che suona quasi come l'anticamera di una critica al consumismo (???).
Ed eccoci giunti alla title-track dell'album, che invece è un pezzo goliardico totalmente fine a se stesso: "Loca loca" di Shakira diventa "Tocca-tocca" (e da qui il nome del disco). Il testo è spassosissimo e zeppo di doppi sensi, sullo stile di brani come "Dragostea din tei" e "Ti regalerò una rosa". Questa canzone a mio parere in tutto l'album è seconda solo a "Non lo so", e ai primi ascolti la consideravo addirittura la migliore in assoluto. Risate assicurate!
Segue il remake di un pezzo già realizzato, ma... su una base musicale diversa. Avete presente la parodia di "Tu vuò fà l'americano"? Si tratta di uno dei pochi brani che riesco ad apprezzare del tremendo album "La canzone di Silvietto". Beh, ora il testo di questa parodia è stato trasferito sul remix "Pà-pà-l'americano" che di quei tempi andava molto. Personalmente non amo questo remix, ma l'idea di trasferirvi sopra il testo di "Siemu cini ri munnizza" mi sembra simpatica (e, non per vantarmi, l'avevo già praticamente "prevista" anche prima che "Tocca-tocca" uscisse).
Ed eccoci a una canzone molto particolare: la parodia di "Vip in trip" di Fabri Fibra, noto rapper italiano, intitolata... "Facebook". Si parla infatti del social network più famoso del mondo, che ormai è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, arrivando a creare dipendenza alla gente (me compreso, purtroppo). Vengono anche presi in analisi i pericoli che Facebook può riservare, infatti si citano i cosiddetti fake (cioè quelle persone che dietro il monitor si rendono diverse da quello che sono, creando un profilo Facebook falso e adescando gli ignari utenti), oltre a mostrare come una vita trascorsa esclusivamente sul web possa alterare in negativo la vita sociale di un individuo (che diventa, per dirla con un meme internettiano, un forever alone). Brano che mi ha colpito molto, uno dei più "al passo coi tempi" che Mister Max abbia mai scritto.
E per finire, una chicca molto speciale: un medley di 9 minuti belli pieni di tutte le canzoni del disco, a partire da "Non lo so" fino a "Facebook". E' chiaramente uno stratagemma riempitivo, ma... non male come idea.

Questo album da un punto di vista musicale non mi convince granchè, c'è troppa "musica house moderna", ma dopotutto che altro si può fare? Ormai il trend del momento è l'house music, e siccome Mister Max fa le parodie ai successi musicali più in voga, per ora non può virare verso una corrente musicale diversa. Ma in compenso, nonostante l'atmosfera apparentemente "spensierata" e "festaiola" delle canzoni, l'album è tutt'altro che "disimpegnato": al di là di ogni fonte di momentanea distrazione (che essa si chiami "Danza col culo" o "Tocca-tocca"), la cruda verità è che nel 2011 il popolo italiano sta sprofondando sempre di più nella merda, finanziariamente e culturalmente. Di questo Mister Max se ne rende ovviamente conto, e in un periodo di crisi così profonda coglie l'occasione per tracciare un'analisi di alcuni fenomeni molto diffusi nella nostra società (consumismo, plutocrazia, voglia di apparire).
Ovviamente nulla di rivoluzionario o di particolarmente profondo (siamo anni luce dal parlare di cantautorato impegnato, ed è probabilmente meglio così), ma è bello vedere un cantante demenziale che cerca di superare i propri clichè e le proprie "barriere stilistiche", cercando di trattare temi che lo riguardano da vicino anzichè limitarsi al tipico "situazionismo goliardico". Probabilmente il maggior punto di forza di questo album è proprio la sua destabilizzante genuinità, e questa non è affatto cosa da poco dopo quasi vent'anni di parodie demenziali.

Con "Tocca-tocca", Mister Max ha dimostrato per l'ennesima volta di non essere affatto invecchiato e di sapere ancora sfornare pezzi all'altezza di quelli di un ventennio fa, ma allo stesso tempo affacciandosi anche a nuove possibilità in ambiti più maturi e riflessivi; il tutto mantenendo pur sempre il suo stile leggero, ilare, scanzonato e privo di pretese. Ed è proprio questo il mix vincente.

Voto: 9