Sei un mito

Anno: 1993

Etichetta: C.O.M.A.

Numero di catalogo MC: C.O.M.A. 030

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Giovanni Cavallo (Studio MC)

Tastiere e programmazione computer: Mimì Trovato, Mister Max, G. Mavilla

Arrangiamenti: Mimì Trovato

Cori: Mister Max, Giusy, Peppe, Marco (A Vuppi)

Ringraziamenti speciali: Salvo Cabrera per l'esecuzione del singhiozzo e per la sua contentezza; Marco Frasca, detto "A Vuppi"; lo staff di Radio Mediterraneo; la Midisoft di Bologna per la gentile concessione dei brani "Billie jean", "Mistero" e "Vaffanculo".

Uscito nel 1993 in formato musicassetta e fuori catalogo a partire dal 1995.
Disponibile in digitale a partire dal 2013.

Tracklist:

  1. Sei un mito
  2. E' vivo l'Uomo Ragno
  3. Vaffanculo
  4. Rap-tus
  5. Sugnu cuntentu
  6. Mistero
  7. Billie jean

Recensione

Un anno di carriera per Mister Max. E, in un solo anno, è già riuscito a realizzare tre album. Nell'estate 1993, infatti, a distanza di un anno dai fortunati esordi, il cantante modicano rilascia il suo terzo capitolo discografico, intitolato "Sei un mito" (dal nome del celebre tormentone degli 883 che spopolava in quel periodo).

Con "Sei un mito", Mister Max supera sè stesso (o almeno ciò che fino a quel momento era riuscito a fare), confezionando quello che ancora oggi è uno dei suoi migliori lavori in assoluto, nonchè senza ombra di dubbio il migliore tra tutti gli album realizzati sotto etichetta C.O.M.A.. L'approccio è un po' più complesso di prima: fin dal primo ascolto, infatti si nota come Max stia ormai sempre più prendendo la mano con la tecnica della parodia musicale. Riesce a sfornare testi sempre più divertenti ed esilaranti, e inoltre a partire da questo album si cimenta per la prima volta nel realizzare un testo completamente in italiano, senza dialetto "modicano" (che continua a predominare negli altri brani) e, come se non bastasse, gioca un'altra carta piuttosto azzardata: quella dei pezzi propri. Anche le basi diventano più "sofisticate", almeno relativamente, rispetto a quelle dei due album precedenti (forse grazie anche al contributo di Mimì Trovato). Quel che ne esce sono simpatiche e disimpegnate sonorità danzereccie piuttosto diffuse in Italia nei primi anni '90. Nulla ovviamente di particolarmente "ricercato" (siamo sempre su un sound easy listening al 100%), ma ci troviamo nel preciso mood di tanti dischi storici della musica trash/demenziale di quegli anni.

Il primo brano è la parodia della già citata "Sei un mito", reintitolata "Ahi u itu": si parla di un appuntamento di Mister Max con la sua ragazza, in cui purtroppo per ben tre volte gli accade la stessa disavventura, ossia si schiaccia il dito da qualche parte; qui Max canta con una voce insolitamente stridulissima per quei tempi, segno della sua maturazione come cantante, e questa sua voce contribuisce a rendere ancora più divertente una canzone che già di per sè lo è.
Segue la parodia di "E' vivo l'Uomo Ragno" di Treriti, presupposta come il seguito della nota hit degli 883 "Hanno ucciso l'Uomo Ragno": ebbene, nel repertorio di Mister Max, questa canzone diventa "Funziona u scaldabagnu", seguito della ben più famosa "Mi sfasciaru u scaldabagnu" (che, guarda caso, era a sua volta parodia di "Hanno ucciso l'Uomo Ragno"). Una parodia divertentissima, una delle migliori di tutto l'album, e perfettamente all'altezza di "Mi sfasciaru u scaldabagnu"; peccato che, a differenza di quest'ultima, "Funziona u scaldabagnu" sia rimasta dimenticata nel corso degli anni, dato che non fu più ristampata quando questo album uscì di produzione. Ora che è su YouTube, ne consiglio l'ascolto a tutti coloro che amano "Mi sfasciaru u scaldabagnu".
E che dire della riuscitissima parodia di "Vaffanculo" di Marco Masini? Semplicemente un capolavoro! Un concentrato di sfiga, buffe disavventure, situazioni e battute divertenti: tutto il meglio che la musica demenziale può offrire, filtrato attraverso il dialetto tagliente e la voce sufficientemente "zaurda" e incazzata di Mister Max che si ostina a urlare dei sonori "VAFFANCULU!" (accompagnato pure da un possente coro di voci altrettanto sguaiate) e a raccontare, in un grottesco misto tra rammarico e rabbia, la sua "odissea" per raggiungere la stazione ferroviaria di Siracusa per andare a prendere i parenti. Un altro dei migliori pezzi dell'album, assolutamente consigliato! Tra l'altro, ho così tanti ricordi legati a questa canzone, dato che già la ascoltavo tanti anni fa sulla compilation "Il meglio di Mister Max" (c'è da dire che Max ha fatto benissimo a includerla su quella compilation, quando ha dovuto selezionare i brani migliori del suo primo periodo).
"Rap-tus" è l'episodio "anomalo" dell'album, nonchè il primo pezzo ad essere interamente cantato in italiano e ad essere stato scritto interamente da Mister Max (e a non essere, quindi, una parodia). Si tratta di una canzone in stile tipicamente "dance da spiaggia" con linee vocali simil-rap (seppur prive di flow e fortemente "annacquate" nell'easy listening). In realtà, in questo caso non so neppure se definire pienamente "demenziale" questo brano: sembra più che altro il tentativo di realizzare una tormentone commerciale nello stile di quegli anni. Tutto sommato un po' di allegria la trasmette, ma non c'è la solita vena comica che amo di Mister Max, è solo una lineare canzonetta anni '90 dal gusto vagamente trash, ma senza del vero e proprio umorismo. Un brano tutto sommato sufficiente ma comunque trascurabile, i grandi pezzi di questo album sono ben altri. E' palese che questa canzone sia stata scritta nel tentativo di sfondare, senza per fortuna riuscirci.
E dopo questo episodio un po' anonimo, abbiamo subito l'highlight assoluta di questo capolavoro di album: "Sugnu cuntentu", anch'essa farina del sacco di Mister Max (scritta insieme al tastierista e responsabile dello Studio C.O.M.A. Peppe Mavilla), ma ben migliore della precedente, sia musicalmente che come testo. Non è neppure un brano dance, è anzi una piacevole canzonetta a base di chitarra, basso e batteria. Lo strumentale è assolutamente perfetto per un brano di musica demenziale, anzi quasi quasi lo definirei lo "strumentale tipo" che un brano demenziale normalmente dovrebbe avere: allegro, grottesco, ma comunque ben suonato. Per non parlare del testo (cantato "a turno" da Mister Max e da Peppe Mavilla, quest'ultimo per la prima volta nel ruolo di "lead vocals" in un album del cantante modicano), che descrive l'ennesima serie di disavventure esagerate. Eppure, nonostante la sfortuna lo perseguiti da tutti i lati, Max continua a dire di "essere contento". "A' cuntentu tu, cuntenti tutti!", gli fa eco una voce guest (probabilmente Salvo Cabrera, si evince dai crediti dell'album). Una specie di inno all'ottimismo perfino nelle situazioni più disperate?
La tracklist prosegue, risata dopo risata, e si torna sul percorso delle parodie: questa è la volta di "Mistero" di Enrico Ruggeri, che diventa "Clistere" e parla, appunto, di "medicinali strani in situazioni altrettanto strane". Questa canzone è stata poi pesantemente remixata sull'album "Tanto x cantar" del 2001 con un testo parecchio più italianizzato, e c'è da dire che questo remix mi piace pure, ma secondo me la versione originale del 1993 rimane imbattibile: il testo è molto più divertente e ci sono alcune parti purtroppo non incluse nel remix che meritano assolutamente di essere ascoltate, fanno sbellicare.
Si chiude con la parodia di "Billie jean" del "re del pop" Michael Jackson, "M'appincìu". In questa canzone, Mister Max non riesce a dormire per colpa di un fastidiosissimo singhiozzo, e allora chiede aiuto alla vicina, una donna molto "disponibile" e che saprà sicuramente come farglielo passare (if you know what I mean). Anche questo un brano divertentissimo, consigliato caldamente a tutti i fans di Michael Jackson.

In sostanza, questo album è, come già detto, uno dei migliori mai realizzati da Mister Max, appena appena al di sotto di "Ma quanti peli hai?" e "Voglio andare a vivere in campagna". Si tratta, a mio parere, di un perfetto manifesto di come la musica demenziale dev'essere fatta: ha tutte le perfette caratteristiche di un disco di questo genere, dalle basi allegre e "caserecce" (in senso buono) ai testi comici e grotteschi. Uno può anche scegliere di fare musica demenziale come meglio preferisce, andando oltre questi clichè stilistici, ciò non toglie che Mister Max rimane secondo me il numero 1 nel suo campo, e questo album è un buon motivo per dire questo. Purtroppo è ormai rarissimo, direi anche introvabile, e infatti non lo possiedo originale; ma per fortuna il buon Max in tempi recenti l'ha interamente uppato sul suo canale YouTube ufficiale, perciò andatevelo a sentire: non ve ne pentirete!
Come già detto più volte: senza dubbio la punta di diamante del primo periodo della carriera di Mister Max, nonchè uno dei suoi migliori album in assoluto.

Voto: 10