Ma quanti peli hai?

Anno: 1999

Etichetta: Ass. Studio 34

Numero di catalogo MC: S.T./017
Numero di catalogo CD: S.T.CD - 003

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Studio MC

Arrangiamenti, tastiere e programmazione computer: Mister Max

Cori: Cinzia Vico, Manuela Belgiorno, Mister Max

Le imitazioni nel brano "Ma quanti peli hai?" sono di Danilo Vizzini.

Il ruttone è stato gentilmente fornito da Francesco "Ruttelli".

Uscito nel 1999 in musicassetta e CD. Non più disponibile in musicassetta dal 2007. Non più disponibile in CD dal 2013.
Disponibile in digitale a partire dal 2013.

Tracklist:

  1. Senza giacca e cravatta
  2. Boom boom boom boom
  3. Believe
  4. Ma quanti peli hai?
  5. Bubuttabubunana
  6. Tanta voglia di lei ReMiX
  7. Il mio corpo che cambia
  8. Solo una volta (o tutta la vita)

Recensione

Ed eccoci a recensire quello che è il mio album di Mister Max preferito in assoluto. Da segnalare una particolarità importantissima: è il primo album di Mister Max ad essere stato pubblicato anche in formato CD (gli album usciti precedentemente in musicassetta verranno ristampati in CD solo nel 2002).
Continua l'evoluzione nei testi, che ora alternano il dialetto siciliano all'italiano in maniera molto più "fluida" che in precedenza; inoltre, dove è presente il siciliano, esso presenta termini più "morbidi" e meno locali, in modo da risultare un po' più comprensibile. Si inizia a intravedere avanti uno stile vocale più leggero e naturale rispetto ai dischi precedenti, che verrà ulteriormente sviluppato negli album successivi. E soprattutto, l'umorismo: senza nulla togliere agli incredibili predecessori, mai come in questo disco l'umorismo di Mister Max era risultato così "effortless" (termine inglese che in italiano significa "privo di sforzo"): ormai il cantante modicano sembra essere in grado di scrivere testi demenziali/parodistici quasi a occhi chiusi, con una padronanza della materia ormai pienamente raggiunta.

Per rendere l'idea del livello di confidenza nei propri mezzi ormai raggiunto dal nostro amato Max, basta ascoltare la parodia di "Senza giacca e cravatta" di Nino D'Angelo. Non nutro simpatia per Nino D'Angelo, nè per la neomelodica in generale, quindi musicalmente questo pezzo non fa esattamente per me, ma il testo racchiude alla perfezione tutti i "marchi di fabbrica" del parodista modicano elevati all'ennesima potenza: racconti di disavventure grottesche, rime improbabili che colgono di sorpresa l'ascoltatore suscitando ilarità, battute a dir poco folli infilate nel testo con una "agilità" spiazzante ("tu si' 'na colomba cco' culu ri 'na vacca", "fuossi t'avìa vistu u fuocu i' Sant'Antoniu"), e nel finale una imitazione del modo di cantare dei neomelodici che fa sbellicare. Un piccolo capolavoro di folle demenzialità.
Segue la parodia di "Boom boom boom boom" dei Vengaboys, brano dance molto bello e gettonato. Qui Mister Max si diverte a costruirci sopra un testo paradossale: infatti, parodizza un ballo di gruppo, ma prendendo in giro i balli di gruppo, definendoli modaioli e stancanti. Anche il testo di questo pezzo fa pienamente centro, con altre battute demenziali che si accompagnano perfettamente alle sonorità danzerecce del brano. Il pezzo termina con un esilarante elenco di balli di gruppo, che Mister Max decide di troncare perchè "se vi elenco tutti i balli ni rumpiemu sulu i palli". E come dargli torto!
Arriviamo alla parodia di "Believe", famoso pezzo della nota cantante Cher. Uno dei miei brani di Mister Max preferiti di sempre, parla di un fantomatico "zio Nicola" che beve tantissimo e fa rutti devastanti, con conseguenze disastrose negli eventi di famiglia. Da segnalare la performance extra di un certo Francesco Rutelli come ruttatore, da qui il soprannome di "Francesco Ruttelli" nei crediti nel disco.
Eccoci finalmente al primo brano del disco che utilizza in prevalenza la lingua italiana, con vari sprazzi di dialetto qua e là (tutti i brani precedenti erano totalmente in siciliano): mi riferisco alla title-track "Ma quanti peli hai?", brano realizzato al 100% da Mister Max, caratterizzato da una base dance molto orecchiabile, che dà alla canzone un'atmosfera "urbana" molto gradevole. Il testo parla di particolari incontri con ragazze che a quanto pare non amano molto depilarsi (a Max sorge addirittura il sospetto che queste ragazze in realtà... non siano ragazze). L'alternanza di italiano e siciliano nel testo rende il brano uno dei pezzi che più simboleggiano la mutazione stilistica che in quel periodo Mister Max stava attuando, resa ancora più evidente nei due successivi album "Il piripiritero" e "La banana".
Siamo arrivati al brano "Bubuttabubunana", il cui testo è interamente in siciliano. Si tratta di un altro pezzo scritto interamente da Mister Max, caratterizzato da una base dance un po' troppo ripetitiva e minimale, ma che ti si imprime nella testa dopo pochi ascolti senza più uscirne. Il testo è formato dall'unione dei testi di due vecchie canzoni di Max che, messe insieme, vanno a comporre la cosiddetta "saga di Carlotta": mi riferisco alle parodie di "Rhythm is a dancer" e di "Don't you want me", rispettivamente pubblicate nei rarissimi album "Mister Max" e "Misimperi". Con questo stratagemma si è riusciti a salvare, almeno in parte, un'altra vecchia perla della prima fase di carriera di Max (ma a mio parere, includere anche il finale con Carlotta che si incazza sarebbe stato molto meglio).
Ora tocca a un altro brano che miscela insieme italiano e siciliano, e si sta parlando di uno dei massimi picchi di genialità del cantante modicano: la parodia remixata di "Tanta voglia di lei" dei Pooh. Qui, in uno stile che ricorda in parte brani come "Anima mia" e "Finalmente tu", la voce di Mister Max che canta in italiano il testo della canzone originale si alterna ad una voce in falsetto che tra un verso e l'altro della canzone ti spiazza con battute in siciliano divertentissime e geniali (la voce in questione è quella di... un uccellino, per non dire altro). Una canzone da morire dal ridere e purtroppo sottovalutatissima.
Giungiamo dunque all'altrettanto sottovalutata parodia de "Il mio corpo che cambia" dei Litfiba, interamente scritta in italiano. Mister Max parla qui delle ragazze rifatte, ormai fin troppe e che hanno preso il sopravvento su quelle "naturali". Non è un brano particolarmente umoristico, ma comunque mi piace molto il modo in cui il tema viene trattato, per cui questo è sempre stato uno dei miei pezzi preferiti di Mister Max. La parte parlata finale, poi, è davvero simpatica.
Il disco termina con la parodia di "Solo una volta (o tutta la vita)" di Alex Britti, anch'essa interamente in italiano, in cui Max parla di una vicenda sfigatissima: sta per avere una "notte di fuoco" insieme alla sua ragazza, ma... la cerniera dei jeans si incastra e lui passa ore a tentare di sbloccarla, mentre la ragazza intanto si stanca di aspettare e lo pianta in asso. La chiusura ideale di un disco che riesce a fondere perfettamente demenzialità, goliardia e genialità.

Come ho già detto, per me questo è il masterpiece assoluto e insuperabile di Mister Max, oltre ad essere probabilmente il mio album di musica demenziale preferito in assoluto (seguito direttamente da "Voglio andare a vivere in campagna", "Sei un mito", "Divertentissimo", "Il ciclone" e vari altri dello stesso Max). Un vero capolavoro della parodia musicale, una perfetta fusione tra umorismo demenziale e perizia tecnica, il tutto trasposto su piacevolissime sonorità di fine anni '90 (che è sempre bello rivangare ad ogni ascolto). Non so se con questa recensione sono riuscito a rendere l'idea dell'attaccamento che provo nei confronti di questo album, ma di sicuro non mi sono risparmiato. Se non avete ancora ascoltato "Ma quanti peli hai?" e pensate di conoscere a fondo il personaggio di Mister Max, beh... vi sbagliate di grosso, e dovete subito rimediare alle vostre lacune.

Voto: 10 e lode