La canzone di Silvietto

Anno: 2008

Etichetta: Studio 34 Recording

Numero di catalogo CD: S.T. CD - 024

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Arrangiamenti, tastiere e programmazione computer: Mister Max

Cori: Cinzia Vico, Manuela Belgiorno, Mister Max, con la straordinaria partecipazione di Daniele Voi nel brano "Bella ciccia"

Uscito nel 2008 in CD. Non più disponibile in CD dal 2013.
Disponibile in digitale a partire dal 2013.

Tracklist:

  1. REMEDIOS
    (La canzone di Silvietto)
  2. TU VUO' FA' L'AMERICANO
    (Siemu cini ri munnizza)
  3. MARINA
    (Marina)
  4. CENTRO DI GRAVITA'
    (Cerco il centro della città)
  5. BELLA CICCIA
    (Bella ciccia)
  6. TRE PAROLE
    (Bella topolona)
  7. L'UCCELLINO DELLA COMMARE
    (L'uccellino della commare)
  8. TODA JOIA TODA BELEZA
    (Gioia gioia ma che schifezza)

Recensione

Nel 2008, Mister Max è impegnato a girare le riprese del suo documentario, diretto da Luca Scivoletto, che uscirà solo due anni dopo. In particolare, queste riprese si concentrano nel periodo di maggio-giugno, che sarebbe in teoria il periodo di preparazione del nuovo album estivo. Ne è valsa la pena, perchè il documentario è risultato una figata, ma... tanto tempo passato a riprendere e troppo poco a comporre e registrare, e questo è il risultato: "La canzone di Silvietto", ovvero il peggior album mai pubblicato da Mister Max.

Già nei due anni precedenti si era notata una leggera decadenza, lenta e progressiva, ma non era mai arrivata a tali livelli: gli album "Trikke e ballakke" e "2x1" non saranno i migliori della discografia del cantante modicano, ma presentano comunque tantissimi brani buoni, affiancati a qualche pestone qua e là. "La canzone di Silvietto", invece, è un pestone quasi totale. Testi perlopiù scontati, banalissimi, privi di fantasia; musiche tremende, remix che farebbero accapponare la pelle ad un compositore professionista di musica elettronica. Si salveranno giusto due-tre canzoni. Fino ad alcuni anni fa riuscivo a sopportare questo disco, ma adesso proprio non lo reggo più, non è un lavoro da Mister Max questo. Perfino peggiore di "Euromax", o dei più recenti "Canta e balla... ca ti passa!!!" e "Condividi".

Ma non voglio essere cattivo, perchè sono affezionatissimo a Mister Max e non sarebbe da me essere così pesante nei suoi confronti. E dato che non voglio fare di tutta l'erba un fascio, parlerò subito dei momenti migliori dell'album, cioè di quei pezzi che considero salvabili.

Il mio brano preferito di quest'album è la parodia di "Remedios", che viene reintitolata "La canzone di Silvietto" (infatti, da questo album si riprendono a specificare nella tracklist anche i titoli "parodizzati" oltre a quelli delle canzoni originali, cosa che finora si era vista fare solo nei primi due album "Mister Max" e "Misimperi"). Si tratta di una divertentissima ironizzazione sul ritorno di Berlusconi al governo, nella quale in realtà vengono presi di mira un po' tutti i politici, degradati a buffe caricature (senza tuttavia scadere nella banalità, anzi il filo conduttore del pezzo è molto ben gestito). Questa è senza dubbio la canzone più curata dell'intero album, davvero bella; probabilmente il cantante l'avrà realizzata prima di iniziare a girare le riprese, dato che è un brano su cui probabilmente deve aver lavorato sodo (cosa che in certi limiti di tempo è difficile riuscire a fare).
Carina la parodia di "Tu vuò fà l'americano", famosissima canzone di Carosone, che diventa "Siemu cini ri munnizza" e parla appunto dell'emergenza rifiuti che a quei tempi era uno degli argomenti più sulla cresta dell'onda. Il testo non fa particolarmente ridere, ma ha un messaggio significativo. Per apprezzare questa canzone, bisogna prenderla per quello che è, cioè un brano di denuncia. Nel documentario "MAX" si può vedere una delle prime sessioni di registrazione di questa canzone, con un testo leggermente diverso che a mio parere è addirittura un pelino superiore rispetto a quello "definitivo"; forse però quelle parti cambiate successivamente erano un po' troppo "pungenti" per alcuni ascoltatori.
Un altro pezzo che mi piace abbastanza è la parodia di "Centro di gravità" del maestro Franco Battiato: "Cerco il centro della città". La base musicale remixata è piuttosto scarsa, niente a che vedere con l'originale del Maestro, ma il testo è comunque molto simpatico: si parla dei tanti lavori in corso che attanagliano costantemente le strade delle città, rendendo difficile orientarsi. Questo fatto viene portato all'esagerazione nel testo della canzone usando la tecnica dell'iperbole, con un risultato molto divertente (soprattutto nelle parti in cui Mister Max dialoga con la passante smarrita).

Le canzoni sovracitate non sono così malaccio (soprattutto la prima), ma adesso andiamo a parlare delle altre canzoni, che sono di una pochezza davvero imbarazzante. Quasi del tutto privi di idee.
La parodia di "Marina" (celebre canzone di Rocco Granata) ha effettivamente qualche momento davvero simpatico (soprattutto verso il finale, che è qualcosa di fantastico), ma è complessivamente poco ispirata, e il tema affrontato (una benzinaia bona che attira gli automobilisti) è innegabilmente un "copia-incolla" dalla bellissima parodia di "Sex bomb" pubblicata nell'album "La banana", ai tempi di quando Mister Max le idee le aveva, e che idee. Inoltre, la base remix è a dir poco orrenda. In sostanza, questo brano non si salva.
La parodia di "Bella ciccia" dei Radici nel Cemento (gruppo importante nella scena reggae italiana) presenta delle battute tutto sommato scialbe e poco ispirate, e ovviamente il paragone con canzoni realizzate in passato da Mister Max non sussiste neanche lontanamente. Da notare anche una battuta auto-plagiata dai gloriosi tempi de "L'elefante e la farfalla" ("per i vestiti vai dal tappezziere").
Ma ancora le parti più vergognose di questo terribile flop devono arrivare. Udite, udite... la parodia di "Tre parole" di Valeria Rossi si rifà a quella schifezza di suoneria che andava di moda a quei tempi, "Bella topolona" (l'ennesima suoneria con gli animaletti in stile Virgola). Il ritornello è copiato pari pari da quello di questa canzoncina ("Non ti lascio sola, bella topolona, mamma mia quanto sei bona! Io canto a squarciagola per la mia topolona, vieni qui rimani ancora!") e le strofe, almeno queste scritte interamente da Mister Max, sono di una banalità e di una scontatezza disarmante, non vedo cosa ci sia di divertente. Ah, mi dimenticavo anche la base musicale remixata, davvero orribile, ma su questa preferisco sorvolare. In sostanza, la peggior canzone mai scritta da Mister Max, questo è proprio il fondo, da qui si può solo risalire; perfino un brano ruffiano, banale e commerciale come "Il nostro paese" sta miglia e miglia al di sopra di questa porcheria, in termini di dignità artistica. Mi dispiace parlare così di Mister Max, che è un cantante che mi ha sempre divertito tantissimo, stimo molto e con cui sono in buonissimi rapporti, ma quando fa qualcosa che a mio parere è sbagliata, glielo devo far notare, sennò non sarei un buon fan.
Ed ecco una delle peggiori vergogne di questo album, insieme alla precedente canzone: dato che Mister Max aveva pochissimo tempo per fare uscire l'album e non poteva scrivere altre canzoni, ha riproposto due canzoni tratte dalla compilation "Ballando sotto le stalle", uscita solo pochissimi mesi prima: "L'uccellino della commare" e "Gioia gioia ma che schifezza". Cioè, si tratta di canzoni tratte dall'album precedente, e senza neppure magari uno straccio di modifica ci vengono riproposte? E' vero che sono canzoni simpatiche (soprattutto "Gioia gioia ma che schifezza"), ma il fatto che siano state usate come brani riempitivi quando già noi le conoscevamo benissimo, fa addirittura scendere il giudizio di questo già mediocrissimo disco. Una cosa del genere era già successa sull'album "Trikke e ballakke" (in cui era stato riproposto un brano tratto dal disco precedente), bisogna continuare ancora? Mister Max avrebbe almeno potuto scegliere, come brani riempitivi, due canzoni un po' più vecchie (come ha fatto su "2x1", riproponendo "Lavati", e sul successivo "Il + fico sono io!", riproponendo "La zanzara"), in modo che i fan potessero rispolverarle... ma non canzoni tratte dall'album precedente, cavolo! Una scelta degna del tapiro d'oro, veramente.

Basta, non mi va di dire altro, potrei continuare a sparare sulla croce rossa parlando di tutti i possibili difetti di questo album, che rappresenta il punto più basso della decadenza avvenuta nella seconda metà degli anni 2000 e di tutta la discografia di Mister Max, ma non vorrei sembrare troppo "cattivo", perchè Max è comunque un grande e non merita affatto questo. Bisogna anche riconoscere che aveva poco tempo per terminare quest'album, ma secondo me avrebbe almeno potuto posticipare anche solo di poche settimane l'uscita del disco, in modo da avere un po' più di tempo a disposizione e di ottenere un risultato non dico eccelso, ma almeno migliore di quello che è venuto fuori. Purtroppo, come viene specificato nel documentario "MAX", il nostro caro Mister è fissato con il fare uscire per forza i suoi dischi il 29 giugno, in concomitanza con la festa del patrono di Modica, dunque non poteva fare altrimenti.
Insomma, finiamola qui, do un 5 e basta. Alla fin fine, però, non è poi così grave: un album mediocre può capitare a tutti, anche ai "migliori". E infatti Mister Max, dopo questo strafalcione, si riprenderà in grande stile con l'album dell'anno successivo, "Il + fico sono io!", tornando ad essere "il migliore".

Voto: 5