Il ciclone

Anno: 1997

Etichetta: Ass. Studio 34

Numero di catalogo MC: S.T. 014
Numero di catalogo CD: S.T.CD 013

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Studio MC & Ass. ISULA

Arrangiamenti, programmazione computer e tastiere: Mister Max, Roberto Gallà, Giorgio Cannizzaro

Cori: Cinzia Vico, Manuela Belgiorno

Ringraziamenti speciali: la "Voce" Giuseppe Ranzani per la gentile collaborazione e Roberto Gallà (Aurelab Digital Studio, Caltanissetta) per i remix di "Canzone" e "Gioca jouer"

Uscito nel 1997 in formato musicassetta e nel 2002 in formato CD. Non più disponibile in musicassetta dal 2007. Non più disponibile in CD dal 2013.
Disponibile in digitale a partire dal 2013 (escluso il brano "Medley").

Tracklist:

  1. Laura non c'è
  2. Tic tic tac
  3. Medley: Vitti na crozza - Ciuri ciuri - Si maritau Rosa
  4. Banane e lampone
  5. To the night (Il ciclone)
  6. Canzone Remix
  7. Gioca jouer Remix
  8. Ma che bello lavarsi

Recensione

Eccoci a recensire un altro dei migliori album prodotti da Mister Max negli anni '90. Questo album è il primo ad avere i tipici brani remix realizzati da Roberto Gallà dell'Aurelab Digital Studio che per lungo tempo accompagneranno gli album di Mister Max, oltre alla presenza di altri arrangiatori nei crediti del disco. Insomma, si tratta di un progetto a più mani, caso raro da quando Mister Max lavora presso Studio 34, in cui solitamente fa tutto da solo. Anche nel successivo "Goal" comunque vi saranno parecchie collaborazioni con altri musicisti.

Apre le danze (e le risate) la parodia di "Laura non c'è" di Nek, "L'acqua nun c'è", che parla di una disavventura molto comune: la mancanza d'acqua mentre si fa la doccia. Ennesimo brano che evidenzia il disaccordo onnipresente tra Mister Max e gli attrezzi da bagno. Si continua con la parodia del celebre ballo "Tic tic tac", il cui testo recita, in un siciliano ancora predominante nei testi di Mister Max a quei tempi, "quannu guida Maria faciemu zighi zighi zighi zighi zag!": il brano tratta infatti degli scenari di devastazione di una città ad opera di una automobilista poco responsabile di nome Maria; brano molto divertente, a mio parere. Con questo andazzo, dunque, entriamo in uno dei migliori momenti dell'album, il medley di parodie in chiave MisterMaxiana a tre canti popolari siciliani ("Vitti 'na crozza", "Ciuri ciuri" e "Si maritau Rosa"), con un testo molto divertente, vivace e azzeccato, che si integra a meraviglia nelle canzoni in questione. Un brano geniale, dunque. Ma, a mio parere, il brano migliore del disco è il successivo, la parodia di "Banane e lampone" di Gianni Morandi, "Banane e citrola"; ascoltando questa canzone, dovete toccarvi le palle augurandovi che non vi capiti mai una esperienza simile: scoprire che la vostra ragazza fa un lavoro tutt'altro che pulito non mi sembra proprio il massimo della vita. Come ho già detto, è il pezzo più esilarante dell'album, divertentissima la parte finale dove Max telefona alla sua ormai ex-ragazza, minacciandola con un tono molto ironico e tagliente dopo la risposta della donna con voce ultra-sensuale (assolutamente necessaria per quel tipo di lavoro).

Apriamo la seconda parte del disco (corrispondente al lato B nell'ormai non più disponibile versione musicassetta) con la parodia di "2 the night" di Ottmar Liebert, conosciuta anche con il nome "Il ciclone" (da cui il titolo dell'album di Max). La parodia, che prende parecchio dallo stile del cantante catanese Brigantony (che ha toccato anche lui tantissime volte il genere della musica demenziale, il quale abbraccia l'80% del suo repertorio), tratta dello stato di degrado del mare, inquinato dai rifiuti lasciati dai bagnanti. La canzone ha un testo abbastanza veritiero (apprezzo molto la parte in cui Mister Max parla delle "mamme affettuose" che cambiano i pannolini ai loro pargoletti lasciando quelli sporchi nella spiaggia), ma ha alcuni punti che non condivido, su tutti la contestazione al fatto che ai tempi dei nostri nonni si scendesse in spiaggia tutti vestiti, mentre oggi lo si fa in costume: che male c'è? E' forse un male esporre il proprio corpo? Poi la frase "non c'è più religione" a mio parere è da eliminare SUBITO. Per il resto, il pezzo scorre abbastanza liscio (forse la parte che perplime di più oltre a quella da me già citata è la contestazione ai puppi ca stanu ne' machini a gruppi, di carattere abbastanza omofobo, ma qui si starebbe proprio cercando il pelo nell'uovo).
Arriviamo così al primo lavoro ad opera di Roberto Gallà svolto per conto di Mister Max, che altri non è che il remix di un brano dell'album precedente, la parodia di "Canzone" di Lucio Dalla. La base techno tutto sommato non è male ed il risultato è abbastanza caruccio, ma preferisco comunque un po' di più la versione pubblicata sull'album "Panzuni", con la base originale che ricalca quella dell'originale di Lucio Dalla. Anche il brano successivo è arrangiato da Roberto Gallà, ed è la parodia del famosissimo "Gioca jouer" di Cecchetto: "Mister jouer"! Chiudiamo bene con la simpaticissima parodia di "Com'è bello lavarsi" di Gianni Drudi: come anche la stessa versione originale (che è già effettivamente un brano di musica demenziale), la parodia di Max presenta parecchi calembour e giochi di parole vari, tecnica molto diffusa nel genere demenziale (basti pensare a "Pandora" degli AleNicoBenz o a "Carlo e Licia" dei Gem Boy come due esempi ultrafamosi).

Alla fine, beh, cos'altro dire? Stiamo parlando di un altro degli "album d'oro" di Mister Max, altro masterpiece della musica demenziale made in Sicily purtroppo poco considerato anche dagli stessi siciliani, e talvolta addirittura anche da alcuni fans "novelli" di Mister Max che si fossilizzano sulle opere più recenti.

Voto: 10