Estate '94

Anno: 1994

Etichetta: C.O.M.A.

Numero di catalogo MC: C.O.M.A. 047

Distribuzione: Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Giovanni Cavallo Studio MC

Arrangiamenti, tastiere e programmazione computer: P. Mavilla, Mister Max, M. Prati

Cori: Manuela, Giusy, Peppe

Uscito nel 1994 in formato musicassetta e fuori catalogo a partire dal 1995.
Disponibile in digitale a partire dal 2013 (con la versione di "Chiuditi nel cesso" del 1999 al posto di quella del 1994).

Tracklist:

  1. The rhythm of the night
  2. Chiuditi nel cesso
  3. Signor tenente
  4. Strani amori
  5. Un'altra estate
  6. Ahi ahi
  7. Collegiala
  8. Self control

Recensione

Estate 1994: sono due anni che Massimo Giuca è conosciuto nella zona di Ragusa con lo pseudonimo di Mister Max, cantante demenziale che parodizza in siciliano i più importanti successi del momento.

In questi due anni, Max è riuscito a sfornare in tutto cinque album. Nel 1994, dopo la pubblicazione di "Tocca qui", il cantante si riafferma con l'ennesimo album estivo, intitolato appunto "Estate '94", destinato purtroppo ad essere l'ultimo sotto l'etichetta discografica che lo ha lanciato: infatti, dopo quest'album, la partnership con la C.O.M.A. giungerà alla sua conclusione.

Che dire di "Estate '94"? Si tratta anch'esso di un ottimo album, dove la vena parodistica di Mister Max si sposta verso territori strettamente dance anni '90, rendendo le sonorità appunto molto "estive" come da titolo. Vi sono ben due brani cantati interamente in italiano (cosa che finora non era mai accaduta in un album di Max, dove al massimo ce n'era uno solo). Ci si continua ad evolvere, dunque.

Il primo brano è la parodia della ben nota "The rhythm of the night" di Corona, che diventa "Se s'arripigghia sunu guai" e parla del rapporto tra Mister Max e la nipote della sua vicina, innamorata di lui; probabilmente il pezzo più divertente dell'album. Si passa così a "Chiuditi nel cesso" degli 883, che si trasforma in "Mi fregaru u cessu" e racconta appunto delle vicende di Mister Max alle prese con dei misteriosi furti nel bagno di casa sua; si notano parecchi richiami al pezzo "Mi sfasciaru u scaldabagnu", tratto dal primo album. Il terzo brano è "Signor tenente" di Giorgio Faletti, uno dei pochi casi in cui la parodia di Mister Max non riesce a tener testa all'originale (che in questo caso tratta di un tema molto serio e attuale): insomma, brano molto simpatico e divertente (impreziosito anche dal video amatoriale realizzato nel 2007 da alcuni ragazzi di Santa Teresa di Riva, che ha ottenuto parecchi consensi dal mondo della rete), ma non il migliore dell'album. Ed ora, rullino i tamburi, parliamo della prima canzone dell'album ad essere scritta interamente in italiano "puro": si tratta della parodia di "Strani amori" di Laura Pausini, "Strani odori", che parla delle flatulenze che spesso ci tocca trattenere, non sempre con successo; il testo esageratamente grottesco e demenziale la rende una parodia irresistibile, da notare anche il cantato di Mister Max molto "forzato", non essendo ancora abituato a cantare in italiano.
Dopo questo esilarante brano, abbiamo quello che è senza dubbio il pelo nell'uovo del disco. Si tratta di "Un'altra estate", pezzo dance interamente scritto da Mister Max e anch'esso completamente in italiano, solo che questo, a differenza del precedente, ha una caratteristica particolare: non fa ridere, nè ha questo intento. Proprio così: come con "Il nostro paese" nel precedente album, e con "Rap-tus" su "Sei un mito", Mister Max ha cercato di cimentarsi nella musica commerciale vera e propria, cercando di creare un tormentone estivo da radio, proponendoci però un brano di scarsissima personalità, con un testo di una banalità spiazzante, testimonianza della poca abilità compositiva di Mister Max nella musica "non comica" e la sua evidente vocazione esclusivamente per la musica comica/demenziale. Anche la base dance risulta piuttosto pacchiana e ruffiancella, ricorda proprio una di quelle effimere hit da radio degli anni '90, che fino a quel momento Mister Max si era limitato a parodiare in modo da "migliorarle". Ennesimo passo falso (anche se pur sempre migliore de "Il nostro paese"), nonchè ennesimo tentativo di commercializzazione che fortunatamente non ha trovato uno sbocco (non avrei mai voluto vedere Mister Max a Sanremo cantare canzoni non umoristiche e prive di spessore!). Non farlo più, Mister Max!
Il brano successivo è decisamente migliore: si intitola "Ahi ahi" ed è stata interamente scritta da Mister Max e Peppe Mavilla. Enorme nota di merito per la parte musicale, intrisa di un'atmosfera insolitamente "dark" e piuttosto "pesante" per gli standard del cantante modicano, e che addirittura arriva quasi a ricordare gli ibridi "techno/industrial/rock/metal" di band come Die Krupps, KMFDM, Pain e Rammstein (queste ultime due, tra l'altro, addirittura anticipate di pochi anni dai loro rispettivi esordi); il testo, cantato in dialetto siciliano, parla delle scuse che Mister Max si inventa pur di non andare al lavoro e chiamare la dottoressa da cui piace tanto farsi "visitare". Nel ritornello sentiamo per l'ennesima volta Peppe Mavilla, che stavolta esorta Max ad ammettere i suoi "divertimenti particolari". In sostanza, si tratta di un brano riuscitissimo ed esilarante, oltre ad essere uno dei miei preferiti in assoluto di Mister Max dal punto di vista musicale (in particolare per i riff di chitarra "acidi" e gli occasionali "rumori di fondo" di stampo tipicamente industrial sparsi qua e là); niente male, come ultimo inedito scritto a quattro mani con il buon Peppe, prima della fine del sodalizio. La canzone successiva è la parodia della "Collegiala" tanto ballata in quel periodo, che diventa "Cosa tinta" e ci narra dei tradimenti della fidanzata di Mister Max con tantissimi altri uomini. Arriviamo infine all'ultimo pezzo, parodia di "Self control" di Raf, "Nun mi controllu", che parla della squilibrata propensione di Mister Max al consumo di cibo di vario tipo (insomma, per dirlo in parole povere, a manciari comu u poccu). Gradevole e ben resa anche la base musicale, che possiede forse anche un'atmosfera preferibile a quella dell'originale.

In sostanza, si tratta di uno dei migliori album del primo periodo di attività di Mister Max, quasi da 10 (se non fosse per "Un'altra estate" che abbassa il voto). Raro anche questo, ma da avere a tutti i costi (io ho avuto l'immensa fortuna di vincerlo ad un'asta su eBay, ringrazio il mio amico SEGRETO13 per avermi segnalato l'inserzione). I miei brani preferiti in assoluto sono "The rhythm of the night", "Ahi ahi" e "Self control", ma in sostanza sono quasi tutti pezzi da novanta. Il modo ideale per chiudere in bellezza il sodalizio con la C.O.M.A., e con esso la prima fase della carriera del cantante modicano, che dal 1995 andrà autonomamente per la sua strada.

Voto: 9