Canta e balla... ca ti passa!!!

Anno: 2013

Etichetta: Studio 34 Recording

Numero di catalogo CD: S.T. CD029

Distribuzione: Seamusica (Via S. Maria di Betlem 31, Catania), Apple Music, Spotify, YouTube Music, Amazon, Google Play, Deezer, Napster, Tidal, 7digital

Copertina: Ignazio Di Grandi, Andrea (Seamusica)

Arrangiamenti: Mister Max

Cori: Carlotta Pulino, Mister Max

Uscito nel 2013 in CD e in digitale (nella versione digitale non è disponibile il brano "Mister Mix").

Tracklist:

  1. GENTLEMAN
    (Allargamila)
  2. CUORE MATTO Remix
    (Cane matto remix)
  3. MI SERVIREBBE SAPERE
    (Mi piacerebbe sapere)
  4. SCREAM E SHOUT
    (Canta e balla)
  5. ZALELE'
    (Sale lei)
  6. MUSICA
    (U muturi s'amballau)
  7. GANGNAM STYLE
    (Comu m'ancastrai)
  8. MISTER MIX

Recensione

Superato il ventennale (celebrato nel 2012) arriva il momento di rinnovarsi per Mister Max.

Dopo vent'anni di distribuzione da parte della GS Record (casa produttrice catanese), il cantante modicano decide di cambiare aria e firma con la vicina SEAmusica (sempre di Catania), che produce anche altri cantanti/gruppi demenziali locali come Brigantony, Giuseppe Castiglia, i Brigantini, Alamia e Sperandeo eccetera.
La nuova etichetta offre a Mister Max servizi più professionali, gestendogli un canale YouTube ufficiale, occupandosi (per la prima volta nella storia del cantante) della distribuzione dei suoi album in formato digitale su iTunes (dato che ristamparli in formato fisico non è più conveniente, nell'epoca del download e della pirateria; così tutti i CD prodotti da Mister Max dal 1996 fino a oggi non sono più disponibili fisicamente da nessuna parte) e assicurandogli un passaparola più consistente all'interno della scena musicale.
Partendo da queste premesse, l'album dell'estate 2013 è parecchio atteso: cosa avrà fatto Mister Max, dopo essere approdato ad un'etichetta di distribuzione che fa le cose più "in grande"? Il brusco cambio avrà influito sulla resa delle sue parodie?

Già a fine gennaio, diversi mesi prima dell'uscita del disco, era stato pubblicato il singolo "Comu m'ancastrai", ottima parodia del terribile tormentone "Gangnam style" di PSY, con tanto di videoclip. Essa aveva riscosso un gran successo sul web, fruttando una certa quantità di pubblicità a Mister Max, probabilmente anche grazie alla promozione più consistente da parte della nuova etichetta di distribuzione. Anch'io avevo gradito molto la nuova parodia, e considerando le uscite più recenti di Max (tra cui spiccano gli eccellenti "Il + fico sono io!", "Tocca-tocca" e "TacaMax", tra i migliori album di tutta la sua carriera), ero fiducioso in un disco all'altezza.
A metà giugno viene annunciato il titolo del nuovo album, "Canta e balla… ca ti passa!!!". Sono ovviamente entusiasta della notizia, ma dal titolo già inizio a percepire alcuni leggeri "segnali d'allarme". A inizio luglio viene caricato su YouTube un trailer dove si possono ascoltare degli spezzoni di ciascuna canzone dell'album: sulle prime rimango un po' perplesso da alcuni pezzi, ma, da fan fiducioso, spero che sia solo per via del fatto che non li ho ancora ascoltati integralmente e non li posso del tutto capire. Così, continuo ad attendere impazientemente l'uscita dell’album, che in effetti tarda un po' ad arrivare rispetto al solito.

"Canta e balla… ca ti passa!!!" esce finalmente, con un mese di ritardo, nella seconda metà di luglio (ufficialmente il 16 luglio, ma effettivamente arriva alla SEAmusica solo il 22). La mattina del 23 mi accingo ad ascoltare il CD per la prima volta. Ebbene... dopo il primo ascolto, sono ancora più perplesso di prima.
All'inizio cerco di convincermi che tutto questo sia dovuto a fattori esterni, come l'intontimento mattutino, un ascolto non sufficientemente attento o (più probabilmente) il mio umore che in quei giorni non è esattamente dalla parte giusta (per usare un eufemismo). Così lo riascolto altre volte, tante altre volte, tentando di farmelo piacere un po' di più, ma alla fine realizzo che la mia non è solo un'impressione iniziale.

Non so a quanti di voi sia piaciuto questo album. Su Internet ho letto diversi complimenti a Mister Max da parte di numerosi fans, dunque credo che anche stavolta il cantante sia riuscito a soddisfare la voglia di divertimento dei più; eppure io, che sono un suo accanito fan e lo seguo ormai da anni, stavolta non sono tra questi più. Ebbene, a malincuore, mi tocca dirlo: questo album non è all'altezza dei dischi a cui Max mi ha normalmente abituato. Onde evitare fraintendimenti, specifico subito: questo NON è un album completamente brutto; ha i suoi buoni momenti e in certi frangenti riesce a regalarmi le risate che il caro Mister mi ha quasi sempre dato (vedi il già citato singolo "Comu m'ancastrai", parodia molto divertente ed efficace); di certo non è un album terribile come l'imbarazzante “La canzone di Silvietto” (del resto, fare peggio di quell'album mi sembra difficile) e forse è pure un pelino superiore al poco convincente "Euromax" (rovinato da alcuni remix orribili e inutili, da una scarsa produzione e da un'ispirazione non sempre presente). Eppure anche qui, nonostante tutto, troviamo numerosi momenti pesantemente sottotono, che sembrano messi lì tanto perchè si doveva metterli. Volendo parlare in gergo "tecnico", diciamo pure che è un album pieno di filler, ovvero di riempitivi. Almeno la metà dell'album è abbastanza superflua. Ma analizziamo le tracce una a una, per distinguere a dovere i brani meritevoli da quelli meno riusciti.

L'album inizia con la parodia di "Gentleman", altro noto (e altrettanto frustrante) tormentone di PSY, intitolata "Allargamila". Parla di una strada stretta e poco agibile, frequentata tra l'altro da automobilisti poco esperti che inevitabilmente incappano in incidenti. Il brano è un concentrato di cliché umoristici tipici dello stile di Mister Max, ormai stranoti ai fans di vecchia data e che quindi riproposti in questa veste poco ispirata appaiono ripetitivi e frustranti: vengono elencati vari nomi di automobilisti, a ciascuno dei quali viene attribuita una frase che rima con il rispettivo nome della persona (”ci passa Maria ca guida e nun talìa, ci passa Luciano ca guida contromano, ci passa Aurora ca guida a cento all’ora” eccetera eccetera), tutto questo ci riconduce alla famosa "L’uccellino della commare" (le cui strofe erano strutturate secondo uno schema similissimo). Il culmine dell’autocitazionismo si raggiunge nel ritornello, dove Max ricicla spudoratamente una frase tratta da una sua nota hit di parecchi anni prima: "Chi ti ha dato la patente?". Vi ricorda nulla? Riascoltate la parodia di "Tic tic tac", album "Il ciclone", classe 1997: la frase è la stessa, solo che lì è detta in dialetto siciliano, qui in italiano. Una parodia piuttosto inconsistente e poco divertente, che mi ha lasciato con l'amaro in bocca.
Per fortuna con il brano successivo si recupera di molto: la rivisitazione di "Cuore matto" di Little Tony (morto giusto poco tempo prima), intitolata "Cane matto", non delude assolutamente. Anche se è stata scritta probabilmente per cavalcare l’onda della notizia della scomparsa del famoso cantante rock 'n' roll italiano che spopolava negli anni '50, è fresca, divertente, e contiene battute azzeccate. Una delle mie preferite dell'album.
E con la successiva si fa pure di meglio: la parodia di "Mi servirebbe sapere" di Antonio Maggio ("Mi piacerebbe sapere") è forse addirittura l'highlight assoluta dell'album, il brano migliore di tutti. Divertentissimo, demenzialissimo, dal sapore grottesco e trash come Mister Max ci ha sempre abituati nei suoi periodi migliori. Lo consiglio caldamente a tutti coloro che amano ridere con situazioni al limite del parossistico e del demenziale.

Poi purtroppo torniamo a peggiorare, entrando nel vivo del problema di questo album; problema che si palesa con la parodia dell'hit commerciale "Scream and shout", intitolata "Canta e balla" e che dà dunque il titolo all'album: una sorta di inno all'allegria anche in tempi duri, di non rassegnazione nei confronti della crisi, e tutta roba che vorrebbe sembrare un punto di incontro tra satira e gratuito divertimento. Il problema è che non funziona per niente. Il pezzo è scialbo, banalissimo, privo di ogni idea che si possa reputare divertente. Non basta mettere qualche rima in dialetto siciliano per fare ridere. Il brano risulta a tratti anche piuttosto infantile. "E giravota e furrìa, sugnu ca’, se balli ansiemi a mia cambierà, migliorerà, e passerà! Per la crisi e per la tassa, canta e balla ca ti passa!". No, purtroppo stavolta non aiuterà a cambiare nulla. Va bene, il pubblico di Mister Max è anche formato da bambini, ma non dimentichiamoci su COSA si basa la sua proposta musicale. Mister Max scrive parodie comiche/demenziali, non semplici canzonette ballabili per bambini. E' quasi come se stavolta avesse tentato di puntare più sull'appeal musicale piuttosto che su quello testuale, ma in realtà è proprio quest'ultimo a renderlo un artista speciale e ben distinto dal resto della massa. A livello musicale, non ha nulla di nuovo rispetto agli altri, specie considerando il fatto che scrive parodie di canzoni già esistenti, quindi non si può prendere in considerazione l'idea di fare una canzone che ruota solo intorno al concetto di "cantare e ballare", senza altra sostanza dietro. Ed è purtroppo il concetto su cui sembra basarsi buona parte di questo album, con conseguenze non certo positive. E' come preparare una torta al cioccolato con la pretesa di non usare ingredienti a base di cacao: una ridicola contraddizione.
Difatti, anche la parodia di "Zalelè" (altro tormentone da spiaggia dell’estate 2013) non fa certo gridare al miracolo. In realtà parte da buone idee di base, nel perfetto stile di Mister Max (il titolo della parodia, "Sale lei", la dice lunga… mooooooolto lunga), ma purtroppo, tali buone idee vengono tristemente annacquate in un minestrone di inconsistenza e battute leggerine, edulcorate, assolutamente inappropriate per una canzone dalle tematiche simili, e che risultano quindi pesantemente forzate. Va bene, ci sono i bambini che non devono capire certe cose, ma se per tale argomento venissero usati doppi sensi che possano essere compresi solo da chi può capire, potrebbe venir fuori un brano più che ottimo. Del resto, è così che in passato Mister Max aveva fatto, e con quale classe! Certi capolavori come la parodia di "Dragostea din tei" o quella di "Ti regalerò una rosa" riescono a essere divertenti sia per i più piccoli (che non comprendono i numerosi doppisensi e ridono solo per le paroline più infantili e leggere) che per i più grandi (che invece comprendono i doppisensi, e quindi il senso globale della canzone). E' così che infatti è successo pure a me: quand'ero piccolo interpretavo certe canzoni in modo diverso, pur ridendo lo stesso, ma crescendo e capendo i doppisensi, tali pezzi mi hanno fatto ridere ancora di più. Tutto questo, sulla parodia di "Zalelè", manca. Solo i bambini possono ridere. E se siete adulti ma ridete lo stesso, allora mi dispiace dire che dell'umorismo di Mister Max avete capito poco. La canzone parlerebbe di un tizio che avvista una ragazza figa e pertanto gli... sale qualcosa, ma con versi come "ho il cuore che fa rattump-tump-tump-tump-tump-pam" (al posto dei quali si potrebbe mettere qualcosa di molto più sensato ed efficace) la credibilità del pezzo viene compromessa. Sarà anche la struttura dell'ignobile canzone originale, che lascia poco spazio ai testi, a limitare la resa della parodia, ma in passato Mister Max ha pure saputo destreggiarsi abilmente su brani simili, rifacendoli ad opera d'arte nel suo eccezionale stile. Cos'è successo stavolta? Tra l'altro, una nota di demerito va pure alla nuova voce femminile, che appare un po' irritante da ascoltare, ma vabbè, passi pure. In ogni caso, ammetto che nella canzone, tra tante frasi che non stimolano la minima risata, ce n'è una che al contrario è una delle migliori di tutto l'album, dotata nel suo piccolo del tipo di ironia dissacrante che adoro: "Se ti viru ri vicinu... mi scomunica u parrinu!". Tutto qui, ma è nettamente più divertente di tutto il resto della canzone.

Comunque, i momenti davvero demotivanti di questo album finiscono qui. Dopo si migliora solamente. La parodia di "Musica" (altro tormentone estivo dal titolo decisamente ambiguo) è una gran bella boccata d'aria fresca e di sano umorismo, e già ascoltando l'anteprima su YouTube ero certo che questa non mi avrebbe deluso. Il ritornello, finalmente, fa ridere eccome, e la canzone si sostiene su standard più o meno buoni, parlando dell'ennesimo malfunzionamento al motore di Mister Max. Ehi, nulla di particolarmente originale, ma se non altro qui l'argomento viene ritrattato efficacemente e diverte per l'ennesima volta senza problemi. Consiglio caldamente anche questo pezzo, farà ridere tutti i fans di vecchia data che amano il lato più simpaticamente "sfortunato" del personaggio di Mister Max che è tanto presente nei primi album.
E poi, ecco arrivare la hit trainante dell'album: il mitico singolo "Comu m'ancastrai", che, come ho già detto, era già stato pubblicato online a inizio anno. Decisamente uno dei brani più solidi dell'intero disco, parla della difficile relazione di Mister Max con una ragazza, che lo ha portato a "incastrarsi" (come da titolo) in una situazione terribile. Ottimo brano, che presenta come "chicche speciali" alcune divertenti citazioni del repertorio passato del cantante (ad esempio quella della storica "Mi sfasciaru u scaldabagnu", che giusto l'anno prima era stata rivisitata in veste più "moderna" nell’eccellente "TacaMax"). Anche questa canzone si salva abbondantemente dallo sprofondare nella mediocrità di altri pezzi di cui abbiamo già parlato, a testimoniare per l'ennesima volta che questo album ha comunque delle buone frecce nel suo arco.

Purtroppo, nell'edizione CD, è presente un’ulteriore piccola nota dolente. Nell'edizione "fisica" del disco, viene riproposta la stessa soluzione già presentata nell'album di due anni fa (l'eccezionale "Tocca-tocca"): parlo di "Mister Mix", un brano palesemente riempitivo dove viene fatto un medley abbastanza lineare di tutte le canzoni dell'album. Una prima volta l'idea può anche divertire, ma già a due inizia un po' a infastidire. In ogni caso, la presenza del medley da un certo punto di vista consente anche di riepilogare meglio quanto ascoltato in questa mezz'oretta, in modo da avere le idee più chiare. Peccato che stavolta non si possa dire che tutto sia valido, qui.

Quest'anno ho deciso di prendermi un po’ più di tempo rispetto al solito per ascoltare e "metabolizzare" meglio questo nuovo disco, data l'altalenanza di quest'ultimo e la difficoltà che ho incontrato inizialmente nel farmi un’idea su come avrei dovuto recensirlo e che voto avrei dovuto dargli. Alla fine, dosando i buoni e i cattivi punti (presenti in modo più o meno equo su questo album) ho deciso di dare un 6. OK, magari intendetelo come un "6 e qualcosa": del resto, se in questo album ci fosse stato anche solo UN brano meritevole in più, avrei potuto sicuramente dare 7 senza problemi. Il voto è dato anche in base alla delusione che ho avuto, dato che dopo due disconi fantastici come "Tocca-tocca" e "TacaMax" mi aspettavo qualcosa a cui poter dare non dico necessariamente 9, ma almeno 8. So che molti non saranno d'accordo con la mia recensione, ma questo è ciò che penso, e se mentissi non sarei leale nè con me stesso, nè con chi segue il mio sito. Se c'è qualcosa che non va bene nel nuovo album del mio cantante demenziale preferito, mi sento in dovere di farglielo presente, dandogli magari dei consigli costruttivi per non farlo ricadere negli stessi errori.
E in questo caso, il consiglio costruttivo che potrei dare a Mister Max sarebbe quello di accantonare il tipo di struttura in cui a predominare è la componente danzereccia ("Canta e balla") e tornare a uno stile più improntato sui testi, che sono ciò che fa la differenza tra Mister Max e un qualsiasi cantantucolo/DJ che deve allietare una serata in discoteca o scalare le classifiche radiofoniche. Se Max finisse per perdere la sua componente "ridanciana", si ridurrebbe ad essere un semplice clone di tanti altri pseudo-artisti senza arte nè parte.

In ogni caso il mio non è un attacco nè una stroncatura. Sono consapevole che questo non è stato un anno facile per il cantante modicano, dato il cambio di gestione e i numerosi problemi e ritardi legati alla lavorazione del disco, che sembra effettivamente essere stato realizzato in fretta e furia, impedendo evidentemente la costante presenza di un'ispirazione sufficiente nella scrittura delle parodie. Perciò, prendo la cosa in maniera non troppo drastica, sperando che questo rimanga solo un episodio isolato (come lo erano anche "Euromax" e "La canzone di Silvietto") e che l’anno prossimo il nostro Mister, con un contratto finalmente stabile e più tempo da dedicare alla lavorazione del nuovo album, possa nuovamente sfornare un prodotto degno del suo genere. Del resto, ogni volta che gli è stata data una seconda possibilità, il caro Max è sempre riuscito a riscattarsi con stile: speriamo lo faccia anche stavolta.
Intanto a me non resta che ridere gustandomi "Cane matto", "Mi piacerebbe sapere", "U muturi s'amballau" e "Comu m'ancastrai".

Voto: 6